Commedia greca del V secolo a.c. ha uno
sviluppo narrativo apparentemente semplice ma è probabile che non
sia dato ad un lettore moderno, e non specificamente esperto, di
cogliere in pieno i riferimenti storici di contesto per cui non resta
che avere consapevolezza dei propri limiti interpretativi.
Tra Strepsiade vecchio genitore e il
figlio Fidippide corre una relazione che presenta i caratteri
ricorrenti ed universali di un conflitto generazionale di sempre
problematica composizione.
Sullo sfondo si snodano i temi
dell'educazione, la sistematica difficoltà di contemperare valori
educativi possibilmente diversi e comunque difficili da trasmettere.
I ruoli sono in discussione e possono
finire per scambiarsi completamente.
Il figlio sembra non poter essere mai
ciò che il padre immagina che sia.
Molto attuale, perchè sembra una
costante delle società nel tempo, il tema dei debiti e soprattutto
di creditori molto attenti e competenti a far fruttare attraverso “la
naturale produttività del danaro” prestiti concessi a persone
bisognose per necessità o vizio (Fidippide amava i costosi cavalli).
Gli interessi semplici e composti ad uno Strepsiade avviato alla
logica sofista di Socrate e dei suoi discepoli , facevano dire al secondo creditore
che reclamava almeno gli interessi, in mancanza del capitale,
“l'interesse? E che bestia è?"
Alla replica del secondo creditore:" ma
come?! E' il denaro che giorno per giorno, mese per mese, cresce
con lo scorrere del tempo” egli rispondeva con questa domanda: ”ma
il mare, secondo te, è più grande adesso o in passato?"
"No é sempre
uguale: a che titolo potrebbe essere più grande?”rispondeva il creditore indispettito.
E allora, disgraziato, come è che il
mare, con tutti i fiumi che ci scorrono dentro, non cresce mai, e tu
invece vuoi far crescere i soldi tuoi?
La logica sofista cui il vecchio fece
ricorso prima per sé, poi per il figlio, allo scopo di sottrarsi ai
creditori, sconfiggendoli appunto con ragionamenti alternativi a
quelli cui comunemente si potesse pervenire, vale ad evidenziare
l'importanza sociale della lingua, delle parole e la forza di questi
strumenti tale da poter trasformare anche la realtà, almeno nel
rapporto con gli altri, ma , al tempo stesso ci fa avvertiti anche
della relatività oltre che dei valori anche dei mezzi di
comunicazione attraverso i quali i valori stessi viaggiano.
Specularmente ne deriva la fisiologica
ed ineliminabile varietà di conclusioni cui ogni lettura può
condurre e la plurivocità delle parole , delle frasi e dei discorsi.
Protagonisti di questa commedia sono
infatti anche il discorso migliore e il discorso peggiore che si
contrappongono e tentano di sconfiggersi a vicenda, di essere
strumentali a valori opposti.
Sofisti sono infine anche gli argomenti
che conducono alla negazione di Zeus e la contemporanea elevazione
del ruolo delle Nuvole, presenti come coro in apparente supporto ai
desideri di chi chiede loro aiuto, a prescindere da ogni giudizio
sulla giustizia delle ragioni sulla base solo di un riconoscimento di
capacità.
Mi sembra che attraverso l'incendio
finale del pensatoio di Socrate da parte di Strepsiade, ormai
convinto della inutilità e della nocività della formazione sofista
praticata da Socrate e i suoi discepoli, giunga una condanna alla
sofistica nel suo complesso.
Ma questo è terreno nel quale non mi
avventuro.
Non ricordavo o forse non sapevo,
infine, che la commedia greca fosse fortemente caratterizzata da
umorismo stercorario e come fosse pieno di allusioni e significati
l'uso e l'atteggiamento del culo umano.
Due annotazioni a margine per non
dimenticare:
a) ieri come oggi eccessi di decreti
legge (psefisma) rispetto alle leggi istituzionali(nomoi)
b) peto ed impeto, parole simili che
legano l'uomo alle Nuvole che tuonano , sempre per effetto dell'aria
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