mercoledì 12 gennaio 2011

Come mi batte forte il tuo cuore di Benedetta Tobagi

Ho letto questo libro che ha vinto il premio Estense 2010 e sento di dover fermare e restituire almeno in parte i pensieri che ha provocato in me e i sentimenti  che ha suscitato.
L’opera che sta tra il romanzo e il saggio storico, può essere letta con una doppia chiave, ma il suo pregio sta proprio nell’intreccio di queste chiavi, con la felice realizzazione di un equilibrio difficilissimo tra sentimento e ragione, tra pubblico e privato, tra vita e morte, tra creatività e rigore scientifico.
Un periodo della nostra storia che mi è anagraficamente vicino, un anno mi separa dal popularis Walter Tobagi e un anno separa l'autrice dall'età di mia figlia.
Studenti emigranti entrambi, in quegli anni si fronteggiarono temi politici che videro contrapposizioni fortemente ideologiche e che lasciarono segni profondi , oggi spesso ripresi con rapide semplificazioni, semplicistici giudizi e che comunque non sono così lontani dal resistere all'offuscamento che le passioni spesso producono sulla ragione. Ma sono abbastanza lontani per essere dimenticati da chi pure li ha vissuti e non sempre ne coglie gli sviluppi odierni, o sconosciuti da chi non c'era.
Era forse più chiara allora l'identità delle forze politiche ma non meno travagliata era la scelta di campo stante un' improvvisa radicalizzazione dei pensieri prevalenti che si contrapponevano, tutti comunque investiti da una sorprendente mobilitazione dei giovani e un diffuso interesse partecipativo.
 Il movimento pose in dubbio le stesse regole già faticosamente raggiunte della nuova democrazia , soprattutto quelle della rappresentanza e la diretta partecipazione si risolse in scelte assembleari: rivoluzione?, riforma? reazione ?
Neppure il massimalismo comunista rappresentava più una forza di cambiamento drastico perchè comunque sembrava necessaria una soluzione extra parlamentare e dall'altra parte molto spesso tutte le altre espressioni politiche rappresentavano la insoddisfacente conservazione: quelle di estrema destra come il movimento sociale erano da tutti considerate fuori dal cosiddetto arco costituzionale.
(Pur essendo extraparlamentari anche i movimenti che nacquero al di fuori dei partiti di sinistra e di estrema sinistra, presenti appunto in parlamento, non vennero mai politicamente considerati fuori dall'arco costituzionale, nel che si coglie una conferma che le classificazioni politiche , per valutazioni di parte , predominante sono capaci di piegare la forma del diritto9.
Tutto questo per dire in modo molto succinto che una posizione riformista come quella che possiamo usare per indicare l'azione di Walter Tobagi non godeva a quel tempo di gran appeal, schiacciata da contrapposizioni ben più accattivanti.
E' questo probabilmente un risultato credibile della ricerca che la figlia di Walter compie sulla figura professionale e pubblica di suo padre , come ricercatore, come pubblicista e come sindacalista.
La collocazione a torto o a ragione nell'area socialista, può legittimamente consentire un riformismo più o meno accentuato ed inviso sia alle forze della reazione che a quelle della trasformazione radicale della società.
Anche se, a ben guardare nella articolata area socialista ,era poi difficile stabilire quale fosse la dose esatta di riformismo che si accordasse in modo adeguato alle istanze di cambiamento che comunque il movimento studentesco ed operaio portavano avanti sia pure da diverse posizioni.
E sono proprio gli attachi violenti nei riguardi di questi importanti e isolati uomini riformisti l'oggetto ricorrente dei terroristi, a differenza ad esempio dei terroristi tedeschi.
E di questo l'autrice si chiede la ragione.
A parte la invincibile commozione che induce la personale ricerca di un padre da parte di Benedetta Tobagi attraverso l’arco della sua vita con un bisogno di amare e di essere amata da un padre strappatole da una violenza di cui pure con tenacia ricerca il senso, la cosa che più mi affascina è lo sviluppo di una personalità che sul filo di una esasperata ricerca di identificazione sembra riuscire nell’intento di farsi spingere nella schiena per diventare adulta e diversa dal padre ritrovato nei suoi cinque sensi.
Mi sembra che Benedetta abbia ridato vita al suo papà Walter, non solo nella dimensione familiare , ma anche in quella pubblica e dell’impegno civile.
Nel fare ciò ci ha offerto una ricostruzione di quel periodo storico di tutto rilievo.
Un materiale per riflessioni incredibilmente scevre da visioni di parte, da luoghi comuni, da semplificazioni che pure una parte tanto offesa avrebbe potuto restituire.
La fiducia della ragione che è alla base del pensiero riformista, in una con l’amore per gli altri, impedisce all’autrice di cadere nella retorica e forte del rispetto per l’umanità ci offre una testimonianza di amore e di condivisione universale.
Soddisfatta di aver conosciuto in modo autonomo e critico suo padre, dopo averlo tanto cercato superando molti ostacoli rappresentati proprio dalle ricostruzioni di comodo che da tante parti vengono proposte, direi che è come se Benedetta avesse preso il testimone dal padre e sia pure con tutta la propria autonomia voglia proseguirne l'azione.Nel fare questo offre una rivisisitazione ragionata di quegli anni, rifugge dai sentimenti di vendetta e di riparazione, non induce a semplificazioni e avanza in modo molto corretto e prudente tra gli avvenimenti, individuando possibili continuità tra quei tempi e i giorni nostri nel Piano di rinascita democratica stilato dai vertici della P2. e che prevede l' infiltrazione negli apparati della sicurezza, negli apparati burocratici ministeriali e amministrativi, delle banche per lo spostamento dei centri di potere reale dal parlamento, dai sindacati, dal governo ai padronati multinazionali con i correlativi strumenti di azione finanziaria...la magistratura dovrà essere sottoposta all'esecutivo per evitare interferenze...Il controllo della stampa in questo disegno,è essenziale: per influenzare e indirizzare l'opinione pubblica, distogliendo l'attenzione dai problemi reali, manovre o scandali che possono portare alla luce il disegno sottostante.
Dinanzi al riproporsi di analoghe forme organizzative occulte è impressionante come bastino solo nomi che ricorrono, e fatti certi ,a rendere evidente il disegno destabilizzante ed eversivo in atto ora come allora.
I rapporti tra politica o meglio tra partiti e magistratura, i rapporti tra il potere editoriale  e la libertà di stampa, si intrecciano con i nomi degli iscritti alla P2 di cui spesso perdiamo memoria.
Ne riporto qui di seguito alcuni tratti dal libro e che in parte avevo dimenticato. Oltre al padre della P2 Llicio Gelli vi sono, a puro titolo esemplificativo, i socialisti Salvo Andò, Fabrizio Cicchito e Vanni Nisticò in politica, Angelo Rizzoli ,il direttore del Corriere di Informazione Tassan Din, il direttore del corriere della Sera Franco Di Bella , Silvio Berlusconi, nel settore 17 della loggia Stampa e Tv, il giornalista Giorgio Rossi, Maurizio Costanzo, Roberto Gervasio, Roberto Ciuni, nella stampa .
Cadde un governo in quegli anni per effetto dello scandalo della P2 e una Commissione di inchiesta parlamentare presieduta da Tina Anselmi lavorò alacremente . Forse è proprio il caso di rivisitarne i risultati che probabilmente non sono solo utili sul profilo storico ma che potrebbero farci capire meglio anche le News..