martedì 27 dicembre 2011

Il diritto e la questione Armena

Il legislatore francese ha di recente previsto come reato la negazione del genocidio del 1915 degli armeni da parte dei turchi.

Ne è seguito uno scontro politico tra Francia e Turchia che mi suggerisce di rilevare che ,al di là del merito della questione, la circostanza più deplorevole sta nell' aver previsto un vero e proprio reato di opinione.

Il diritto non deve occuparsi delle opinioni e del pensiero, la sua sfera di azione non può che limitarsi a quella dei comportamenti.

Questo è un caposaldo di uno stato di diritto.

E' un attacco indiretto ma non meno efficace e subdolo alla libertà di pensiero e di manifestazione dello stesso.

Se un genocidio sia avvenuto è questione che riguarda la storia e, se si vuole, la politica.

L'interpretazione dei fatti si svolge su un piano diverso da quello giuridico ed è circostanza in sé irrilevante per il diritto di uno stato moderno o post moderno che non si dichiari integralista.

E' molto strano che in un paese come il nostro che giustamente e vivacemente si è di recente occupato di possibili e concrete minacce alla manifestazione libera del pensiero e della stessa libertà di stampa, non siano state spese molte parole sull'aspetto che ho qui sinteticamente evidenziato.

venerdì 23 dicembre 2011

Le prodigiose avventure di Tartarino di Tarascona di Alphonse Daudet

E' un romanzo francese della fine dell'ottocento(1872) ed è ambientato nel Mezzogiorno mediterraneo che ben si presta ad evidenziare i rapporti tra la fantasia e il bisogno di avventura, tra il sogno e la menzogna, tra la realtà e la mediocrità, tra le idee comuni e la verità.

Una volta che la fantasia spinta dal bisogno di avventura si traduce nell'esperienza di un uomo , tanto egli stesso quanto la società che lo circonda si induce a confermare in ogni modo il tipo rappresentato, in un bisogno continuo di conferme e nel terrore di smentite.

Da qui anche la menzogna collettiva come bisogno di credere e di far credere. La caccia ai berretti che sostituisce , sino a che punto poi?, la caccia agli animali e in particolare a quella mitologica della tarrasca, mostro a sei zampe , simile ad una grande tartaruga,abitante la Provenza, la caccia ai leoni estinti di Algeria, la Svizzera consumistica e finta, con la sua cima Jungfrau che si fa scalare dall'eroe Tartarino, nello stesso tempo asseconda in sicurezza il bisogno di avventura di ogni visitatore.

I ruoli così assegnati non possono che trovare conferma in queste credenze e bugie collettive, mentre accanto si svolge anche una vita reale, meno eroica ma certamente umile , tenera e meno visibile e raccontabile.

L'amore devoto e assoluto del cammello, privato di ogni formale dignità, può non lasciare la stessa traccia avventurosa di un pericoloso e fiero leone che alimenta l'importanza dello stesso cacciatore anche se non esiste più neppure in Algeria, così come l'eroe sopravvive nella sua dimensione collettiva grazie a scalate che pure potrebbero non essere per nulla avvenute e non si accorge di una zitella che lo sente importante comunque per lo stesso fatto che esista e che rientri nella sua casa come ogni giorno..

Quanto forte sia il tipo collettivo lo si vede confermato nell'addio della città di Tarascona a Tartarino, per una morte in reltà non avvenuta ma che come tutte le morti produce la celebrazione dell'estinto e il riposizionarsi conseguente di coloro che con lui ebbero rapporti reali o di sogno.

I ruoli si ridefiniscono, soprattutto quelli che valgono per il cammino futuro, salvo che il ritorno dell'eroe non finisca per rompere la nuova trama.