venerdì 23 dicembre 2011

Le prodigiose avventure di Tartarino di Tarascona di Alphonse Daudet

E' un romanzo francese della fine dell'ottocento(1872) ed è ambientato nel Mezzogiorno mediterraneo che ben si presta ad evidenziare i rapporti tra la fantasia e il bisogno di avventura, tra il sogno e la menzogna, tra la realtà e la mediocrità, tra le idee comuni e la verità.

Una volta che la fantasia spinta dal bisogno di avventura si traduce nell'esperienza di un uomo , tanto egli stesso quanto la società che lo circonda si induce a confermare in ogni modo il tipo rappresentato, in un bisogno continuo di conferme e nel terrore di smentite.

Da qui anche la menzogna collettiva come bisogno di credere e di far credere. La caccia ai berretti che sostituisce , sino a che punto poi?, la caccia agli animali e in particolare a quella mitologica della tarrasca, mostro a sei zampe , simile ad una grande tartaruga,abitante la Provenza, la caccia ai leoni estinti di Algeria, la Svizzera consumistica e finta, con la sua cima Jungfrau che si fa scalare dall'eroe Tartarino, nello stesso tempo asseconda in sicurezza il bisogno di avventura di ogni visitatore.

I ruoli così assegnati non possono che trovare conferma in queste credenze e bugie collettive, mentre accanto si svolge anche una vita reale, meno eroica ma certamente umile , tenera e meno visibile e raccontabile.

L'amore devoto e assoluto del cammello, privato di ogni formale dignità, può non lasciare la stessa traccia avventurosa di un pericoloso e fiero leone che alimenta l'importanza dello stesso cacciatore anche se non esiste più neppure in Algeria, così come l'eroe sopravvive nella sua dimensione collettiva grazie a scalate che pure potrebbero non essere per nulla avvenute e non si accorge di una zitella che lo sente importante comunque per lo stesso fatto che esista e che rientri nella sua casa come ogni giorno..

Quanto forte sia il tipo collettivo lo si vede confermato nell'addio della città di Tarascona a Tartarino, per una morte in reltà non avvenuta ma che come tutte le morti produce la celebrazione dell'estinto e il riposizionarsi conseguente di coloro che con lui ebbero rapporti reali o di sogno.

I ruoli si ridefiniscono, soprattutto quelli che valgono per il cammino futuro, salvo che il ritorno dell'eroe non finisca per rompere la nuova trama.

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