venerdì 4 maggio 2012

Le nuvole di Aristofane


Commedia greca del V secolo a.c. ha uno sviluppo narrativo apparentemente semplice ma è probabile che non sia dato ad un lettore moderno, e non specificamente esperto, di cogliere in pieno i riferimenti storici di contesto per cui non resta che avere consapevolezza dei propri limiti interpretativi.

Tra Strepsiade vecchio genitore e il figlio Fidippide corre una relazione che presenta i caratteri ricorrenti ed universali di un conflitto generazionale di sempre problematica composizione.

Sullo sfondo si snodano i temi dell'educazione, la sistematica difficoltà di contemperare valori educativi possibilmente diversi e comunque difficili da trasmettere.

I ruoli sono in discussione e possono finire per scambiarsi completamente.

Il figlio sembra non poter essere mai ciò che il padre immagina che sia.

Molto attuale, perchè sembra una costante delle società nel tempo, il tema dei debiti e soprattutto di creditori molto attenti e competenti a far fruttare attraverso “la naturale produttività del danaro” prestiti concessi a persone bisognose per necessità o vizio (Fidippide amava i costosi cavalli). Gli interessi semplici e composti ad uno Strepsiade avviato alla logica sofista di Socrate e dei suoi discepoli , facevano dire al secondo creditore che reclamava almeno gli interessi, in mancanza del capitale, “l'interesse? E che bestia è?"

Alla replica del secondo creditore:" ma come?! E' il denaro che giorno per giorno, mese per mese, cresce con lo scorrere del tempo” egli rispondeva con questa domanda: ”ma il mare, secondo te, è più grande adesso o in passato?"
"No é sempre uguale: a che titolo potrebbe essere più grande?”rispondeva il creditore indispettito.

E allora, disgraziato, come è che il mare, con tutti i fiumi che ci scorrono dentro, non cresce mai, e tu invece vuoi far crescere i soldi tuoi?

La logica sofista cui il vecchio fece ricorso prima per sé, poi per il figlio, allo scopo di sottrarsi ai creditori, sconfiggendoli appunto con ragionamenti alternativi a quelli cui comunemente si potesse pervenire, vale ad evidenziare l'importanza sociale della lingua, delle parole e la forza di questi strumenti tale da poter trasformare anche la realtà, almeno nel rapporto con gli altri, ma , al tempo stesso ci fa avvertiti anche della relatività oltre che dei valori anche dei mezzi di comunicazione attraverso i quali i valori stessi viaggiano.

Specularmente ne deriva la fisiologica ed ineliminabile varietà di conclusioni cui ogni lettura può condurre e la plurivocità delle parole , delle frasi e dei discorsi.

Protagonisti di questa commedia sono infatti anche il discorso migliore e il discorso peggiore che si contrappongono e tentano di sconfiggersi a vicenda, di essere strumentali a valori opposti.

Sofisti sono infine anche gli argomenti che conducono alla negazione di Zeus e la contemporanea elevazione del ruolo delle Nuvole, presenti come coro in apparente supporto ai desideri di chi chiede loro aiuto, a prescindere da ogni giudizio sulla giustizia delle ragioni sulla base solo di un riconoscimento di capacità.

Mi sembra che attraverso l'incendio finale del pensatoio di Socrate da parte di Strepsiade, ormai convinto della inutilità e della nocività della formazione sofista praticata da Socrate e i suoi discepoli, giunga una condanna alla sofistica nel suo complesso.

Ma questo è terreno nel quale non mi avventuro.

Non ricordavo o forse non sapevo, infine, che la commedia greca fosse fortemente caratterizzata da umorismo stercorario e come fosse pieno di allusioni e significati l'uso e l'atteggiamento del culo umano.

Due annotazioni a margine per non dimenticare:

a) ieri come oggi eccessi di decreti legge (psefisma) rispetto alle leggi istituzionali(nomoi)

b) peto ed impeto, parole simili che legano l'uomo alle Nuvole che tuonano , sempre per effetto dell'aria




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